L’ultima foto di Spitzer space telescope

Vi ricordate ai primi di febbraio vi parlavo dello #spitzerspacetelescope che andava in pensione dopo 16 anni di onoratissima carriera. Quando ieri mi è capitata tra le mani la foto che vedete sotto della NASA / JPL-Caltech ho pensato subito ad uno stravagante gesto patriottico di colorazione di una porzione di una nebulosa con i colori della nostra bandiera nazionale. Ma quando sono andato a guardare bene l’immagine nelle sue componenti essenziali, e ho visto che il fotografo di eccezione era proprio stato Spitzer, ho capito che il gesto era di tutt’altra natura. Devo dire che del patriottismo c’è comunque ma non rivolto a noi. Ah ah ah ah.
La foto che vedete infatti è stata scattata il 25 gennaio 2020 5 giorni prima dei termine ufficiale della missione. L’ultimo scatto che è stato concesso alla telecamera ad infrarossi del grande telescopio era rivolto ad una porzione conosciuta della #NebulosaCalifornia non a caso visto che la missione era gestita proprio da Jet Propulsion Laboratory e Caltech della NASA nella California del sud. Questa foto è in verità un mosaico composto di immagini ottenute in quel momento a diverse lunghezze d’onda.
La nebulosa della California viene chiamata così per la forma che mostra nella luce visibile. Stiamo parlando di una nebulosa situata a circa 1.000 anni luce di distanza dalla Terra. Ed è visibile grazie ad una stella vicina estremamente massiccia chiamata #XiPersei o #Menkib che è in grado di riscaldare quel gas e renderlo visibile ai nostri stumenti. Ma come già detto nell’altro post Spitzer inforca occhiali differenti che vedono nell’infrarosso e quindi può riconoscere addirittura la polvere calda, con una consistenza simile alla fuliggine, che si mescola al gas.  La polvere assorbe la luce visibile e ultravioletta dalle stelle vicine e quindi riemette l’energia assorbita come luce infrarossa. Ora i due colori ai lati dell’immagine indicano le visioni a differenti lunghezze d’onda della luce infrarossa e la parte centrale è un mosaico tra le 2 lunghezze d’onda osservare con occhiali sempre differenti permette infatti di vedere particolari invisibili ad altre lunghezze d’onda
E mescolare i dati insieme in un mosaico mette in risalto aspetti ancora differenti.

 

Dottor Stellarium

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